giovedì 9 febbraio 2012
Quello che non è stato
Sono riuscito, dopo vari tentativi, ad inziare un lungo lavoro di passaggio della musica che ho composto, dal mio vecchio multitracce Fostex x-28h, al cubase che ho installato sul computer. Il lavoro è molto lungo e la sequenza dei brani, va da fine 1987 fino alla settimana scorsa. Se si esclude il mio disco uscito nel 2007, tutti i brani sono inediti e raramente suonati dal vivo. Le prime realizzazioni le ho registrate utilizzando il metodo dei registratori " a cascata". La qualità sonora è terribile e sicuramente il riportarli in digitale non contribuirà alla loro rianimazione. Tuttavia questa operazione che è sempre risultata laboriosa e che è stata tentata negli anni, con molta faticosa e poca soddisfazione, potrà farmi capire quello che è stata la mia vita musicale in questo quarto di secolo. Ho sempre pensato alla chitarra come ad uno strumento per creare. La prima cosa che feci, la sera antecedente la prima lezione di chitarra della mia vita, avendo una chitarra prestata da un vicino, fu quella di registrare delle cose con un vecchio Hitachi mono, inventando delle sequenza su singole corde ( siamo nel dicembre del 1981). Durante i primi anni di studio, raramente mi capitava di passare il tempo suonando brani di autori conosciuti. Quello che mi interessava era inventare arpeggi, melodie, giri di accordi. Spesso mi veniva chiesto di portare la chitarra nelle feste tra ragazzi e a queste richieste opponevo un cortese rifiuto: non avrei saputo riprodurre alcun brano di Battisti, dei Pink Floyd o di De Andrè. Ho seguito l'iter contrario a quello dei chitarristi adolescenti: suonare per acchiappare. Ho iniziato a sviluppare la dimensione della chitarra come momento per dialogare con me stesso lasciando gli altri fuori. Così questi brani hanno rappresentato emozioni speranze, amarezze, tentativi, ricerche, progetti che hanno scritto la mia storia. Non mi importa se questa storia non mi ha visto diventare famoso, ma è la mia storia. Ora è il giudizio su me stesso quello che conta: ascoltare per capire cosa avrebbe potuto essere e non è stato. Non so se questo giudizio lo possa dare solo io; in ogni caso sto mettendo nero su bianco la quantità elefantiaca di brani di musica acustica, brani cantati, bozze di brani elettrici compiuti con testo ed arrangiamenti, brani nper spettacoli teatrali, interi albun fatti per scherzare con gli amici, registrazioni live irripetibili, registrazioni con band che mai più torneranno insieme e di band che non avrebbero mai pensato di tornare insieme. Quello che non è stato forse non lo capirò mai, ma quello che è stato è qui e lo sto ascoltando ora.
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