Di solito non parlo degli altri
chitarristi. Il chitarrista non è un individuo appartenente alla categoria delle
"brave persone". Non completamente, almeno. Tutti non chitarristi,
sappiamo fin dal primo giorno in cui prendiamo la chitarra in mano, che la
nostra vita di axeman sarà speciale, diversa dalle altre. Le nostre certezze
possono essere riassunte in vari punti fissi, come assiomi già dimostrati o
dogmi non disgregabili da dubbi od incertezze.
Parlerò in prima persona e sono sicuro che molti chitarristi capiranno
cosa intendo. Punto primo: sono il miglior chitarrista che ci sia in
circolazione. Non importa quello che fanno gli altri, anche se sono più veloci
di Malmsteen, più funambolici di Vai, più geniali di Zappa, più tecnologici di
Bill Frisell, perchè io ho qualcosa di speciale anche se adesso non ho tempo di
esprimere le mie potenzialità. Punto secondo: parlo bene degli altri
chitarristi per cortesia ma, quando mi chiedono un parere, passo lentamente
dall'elogio alla stroncatura tramite la tecnica dell'insinuazione-dubbio. Punto
terzo: se vedo un chitarrista fare un assolo da manuale, sono capace di negare
anche l'evidenza. Punto quarto: la chitarra che ho e l'attrezzatura che ho sono
il top, anche se il mio suono è simile a quello di una canna spaccata. Ultimo
punto: anche se suoniamo insieme in un apparente contesto musicalmente
democratico, primo o poi alzo il volume del mio ampli e ti sotterro. Detto
questo, i chitarristi non potranno mai essere amici tra loro a meno che uno dei
due non decida di cambiare strumento. Così per stilare la classifica di quelli
che reputo essere i migliori chitarristi oggi in circolazione ad Ortona, devo
effettuare un'operazione molto semplice: escludere totalmente che io sia un
chitarrista. Potrebbe anche essere plausibile, dato che la mia chitarra ha
iniziato, negli ultimi anni e specialmente negli ultimi mesi, a prendere sempre
più polvere sopra al treppiedi.
Prima di iniziare vorrei
specificare che per me un chitarrista è bravo quando può avere una delle
seguenti qualità oppure le stesse qualità combinate in varie maniere: tecnica,
suono, idee, sensibilità, adattabilità, cultura dello strumento, cultura
musicale trasportata in musica, creatività, presenza scenica.
Inizierei da quelli più “anziani”
in attività’. Tre sono per me i senatori della chitarra ortonese: Sergio
Civitarese, Walter Saba e Sauro Grumelli. Del primo posso solo menzionare
l’enorme conoscenza del repertorio rock. Con Sergio si può suonare tutto dal
1980 in giù. Una cultura enciclopedica, una sicurezza per gli altri musicisti.
Questo è un chitarrista che ti para il culo in ogni occasione. Walter Saba è il
chitarrista dell’imprevedibile: dotato di gusto raffinato nei solo melodici e
capace di affrontare brani senza conoscerli. Walter è il chitarrista delle jam.
Puoi accennare un motivo improvvisato e Walter ti segue, solo guardando il
cambiamento delle espressioni sul tuo viso. Instancabile guitar barman. Sauro è
un Neil Young dal suono secco definito a tratti nervoso, dall’accordo calibrato
e cristallino. Sauro è il chitarrista – impressionista.
Arriviamo velocemente al
quartetto dei master: Cesare Paolini, Francesco Olivieri , Augusto Miccoli e
Nico Marino. Cesare è rock italiano, per eccellenza. Potrebbe essere un Dodi
Battaglia, un Poggipollini ,un Solieri, ma è un accademico della chitarra
acustica con grande conoscenza dei brani. A tratti imprevedibile, riesce sempre
a darti l’accordo migliore nelle trasposizioni. Francesco Olivieri è la
chitarra moderna per eccellenza. Grande esecutore di Satriani, Vai e Van Halen,
ha una collezione incredibile di chitarre che riesce scambiare con altri
maniaci a gran velocità. Grandi capacità didattiche lo rendono perfetto per
l’insegnamento ai ragazzi. I suoi alunni raggiungono ottimi risultati in poco
tempo. Non ama i vecchi chitarristi e la chitarra suonata con le dita. Augusto
Miccoli è il chitarrista completo. Riesce a passare dall’heavy metal alla
musica napoletana, al jazz, cambiando strumento, suono e tecniche in poco tempo.
Per Nico Marino il discorso potrebbe essere simile a quello di Augusto anche se
Nico predilige molto la personalizzazione di brani conosciuti, utilizzando
strumenti acustici o classici. Ottimo gusto nei solo.
Arriviamo agli junior: Alberto
Soraci, Leonardo Antonelli, Lorenzo Di Deo e Angelo Di Nunzio.
Alberto è il talento per
eccellenza. Polistrumentista, arrangiatore. Sta scoprendo le delizie del lap
steel. Uscito come Leonardo e Lorenzo, dalla scuola di Francesco Olivieri, ha
completato il repertorio chitarristico grazie ad altri modelli di riferimento,
tra questi Knopfler o Landreth. Stesso discorso per Leonardo Antonelli, con
l’aggiunta di una maggiore cattiveria e velocità in alcuno solo. Per Lorenzo
vale il discorso dei primi due anche se il ragazzo sta scoprendo una dimensione
più intimista della chitarra. Questo è un aspetto che lo rende molto simile a
me, per certi versi. Angelo ha il dono di essere rigoroso nel cercare le sonorità adatte al genere musicale che ama di più: il rock anni '60/70. E' un chitarrista essenziale , dotato di buon gusto. Oltre al rock ha un progetto parallelo nel quale esplica la sua fertilissima vena reativa ed è conosciuto anche fuori Abruzzo. E' un piacere suonare con lui.
Ok spero di non aver fatto torto
a nessuno, oppure no?
(Forse non postai il commento, indi lo rimetto)
RispondiEliminaRicordo ancor quel tempo,
quando imparati 3 tasti sul mio basso elettrico (che se si spegneva la luce, col cazzo che li ritrovavo), suonavo I NIRVANA!!!
A quel tempo si menzionava un altro nome, tra i migliori chitarristi ortonesi, che qui non leggo: Gianluca Di Renzo, era.