mercoledì 19 agosto 2009

Willy


Quando gli ultimi frammenti di giovinezza, saranno spenti, coperti dai peli di una barba sempre più bianca, i ricordi verranno arrotondati come l'acqua fa con i ciottoli del fiume. Allora nella nebbia, riuscirò a spillare gli attimi delle canzoni sulla mia pelle tirata e fresca, sui miei muscoli turgidi, sulle notti a cantare in cima di porto, sulle corse veloci e sugli amplificatori che fanno rumore di massa. Avrò in mente un tipo allampanato, vestito come una di quelle madonne nelle teche di vetro, di quelle che mia nonna teneva sul settimino, tra l'odore della naftalina e delle vetuste ciprie, un soggetto poco raccomandabile, se incontrato nei bar di New Orleans, ai bordi di un biliardo, pronto a scroccare le cicche dei giocatori, una spia, uno che fa le soffiate. Questo tizio ha i segreti nascosti nel suo cuore. Ama la donna che si affaccia al balcone di fronte la sua finestra ed ogni sera, le scrive una canzone, che lei ascolta attraverso le persiane , mentre accoglie i clienti sul suo letto. Il tizio spera e si strugge, tanto che si consuma d'amore come un fiammifero al vento. Oppure lo vedo ubriaco, ebbro, mentre balla solo nella piazza del paese, alla festa del santo. Lo troveranno, la mattina dopo, accoltellato a morte per aver rotto le scatole alla donna del boss. Questo è il mio ricordo, ma non è e non sarà la verità. Sarà quello che i miei pensieri avranno voluto creare in questi anni per Willy De Ville. Addio, Chico.

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